Le orchidee sono piante specializzate a vivere e riprodursi in ambienti ostili. Prosperano in ambienti umidi equatoriali. La maggior parte di loro è epifita, ovvero cresce e vive sui rami degli alberi, senza però causare loro alcun danno. Le loro radici non toccano terra, per cui la pianta attua una serie di stratagemmi per recuperare l’acqua di cui hanno bisogno Il loro corpo si comporta da serbatoio d’acqua grazie all’ispessimento e al rivestimento di cera delle foglie, che impedisce all’acqua di evaporare e al rivestimento delle radici aeree di un tessuto spugnoso che assorbe l’acqua presente nell’atmosfera. Esistono diverse specie di orchidee, alcune di queste affondano le loro radici direttamente nel terreno, queste ultime crescono in luoghi caratterizzati da climi temperati.
Le prime informazioni da raccogliere sono sicuramente quelle relative alle caratteristiche e alle esigenze della pianta che abbiamo scelto di coltivare, in particolare l’ambiente di provenienza.
Il terreno di coltura da adoperare varia in base alla tipologia di orchidee. Esistono in commercio dei substrati specifici per orchidee epifite. Se invece avete scelto un’orchidea terricola, è necessario aggiungere al composto un pò di terriccio di foglie. In ogni caso le radici devono poter respirare bene e non soffrire per il ristagno d’acqua. Per questo motivo sono ottimi i composti a base di corteccia di pino tritata. Per quanto riguarda la luminosità e l’umidità atmosferica, che sono necessarie affinchè le orchidee possano vivere in buona salute, possiamo seguire alcune regole generali.
Il sistema più semplice per riprodurre il microclima adeguato alle esigenze della pianta, consiste nel sistemare i vasi su recipienti riempiti di sabbia, ghiaia o argilla tenute costantemente bagnate. L’acqua evaporando fornirà alle piante il giusto grado di umidità.
La posizione ideale è il luogo più luminoso della stanza, magari davanti ad una finestra esposta a sud o a est. Qualche ora di luce diretta è una condizione indispensabile per far fiorire orchidee come per esempio la Cattleya. Esistono specie che si accontentano di situazioni meno luminose come i Paphiopedilum.
Una delle cause più frequenti di insuccesso nella coltivazione casalinga delle orchidee sono le annaffiature, a volte troppo frequenti, a volte troppo scarse. Quando bagnate eccessivamente le orchidee soffrono, le foglie diventano gialle e molli e le radici possono morire soffocate. Se ridotte in questo stato, forse possiamo fare ancora qualcosa per salvare la pianta. E’ necessario sostituire il terriccio ed in futuro bagnare di meno. Se al contrario la pianta è rimasta troppo all’asciutto, per salvarla è necessario vaporizzare foglie e radici aeree e bagnare il substrato.
Di norma è buona regola lasciare che il substrato si asciughi parzialmente tra un’innaffiatura ed un’altra.